Migrazione economica e contratto di lavoro degli stranieri by Laura Calafà

Migrazione economica e contratto di lavoro degli stranieri by Laura Calafà

autore:Laura, Calafà [Calafà, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Percorsi
ISBN: 9788815317018
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


3.3. Dalla qualificazione del contratto alla parità di trattamento tra lavoratori

Dalle diverse qualificazioni proposte dalla dottrina in materia di contratto di soggiorno per lavoro subordinato non discendono grosse differenze, salvo una: l’assetto e il valore del principio di parità di trattamento. Trattando delle diverse qualificazioni, in effetti, è stato notato, che «il fine ultimo» è il medesimo ovvero «quello di affermare e confermare l’obbligo di parità di trattamento tra lavoratori nazionali e immigrati» come principio indiretto di regolazione del mercato del lavoro, contribuendo a negare la legittimità del modello cd. adattivo del mercato[30]. A ciò si può aggiungere che l’ansia di «normalizzazione» del contratto di soggiorno da parte della dottrina lavoristica trova origine, forse, dalla necessità di confermare ad ogni costo l’origine contrattuale del rapporto di lavoro, anche dello straniero.

La bontà dell’obiettivo, completamente condivisibile [Napoli 1996a; Grandi 1988], pare raggiungibile anche attraverso altri percorsi argomentativi, che valorizzino due dimensioni di confronto peculiari del contratto di soggiorno: il confronto con la Costituzione e quello con il diritto dell’Unione europea.

Per i costituzionalisti è scontato il giudizio di non conformità al principio di parità di trattamento del contratto di soggiorno per lavoro subordinato[31]. Già Angiolini [2002, 135] all’indomani della presentazione del testo del disegno di legge da parte del Governo, aveva segnalato la non conformità costituzionale di questa parte dell’elaborato dato che «la Costituzione italiana, agli artt. 35 ss., garantisce allo stesso modo tutti i lavoratori, senza fare differenza, o dar modo di differenziare, tra chi è cittadino italiano e chi non lo è». A queste prime osservazioni, altri [Bonetti 2004, 367] ha aggiunto (sottolineando l’aggravio di costi subito dal datore di lavoro che decida di assumere stranieri) che con tale contratto «la condizione giuridica del lavoratore» (possesso della cittadinanza o di un permesso di soggiorno)

è una condizione personale sulla quale si fonda una disciplina normativa più sfavorevole dei contratti individuali, sia perché le norme legislative predispongono un tipo di rapporto contrattuale applicabile soltanto agli stranieri [...] in quanto tali e che è disciplinato a misura degli stessi, sia perché tali lavoratori extracomunitari si trovano per legge in una posizione più svantaggiata rispetto a quella prevista per tutti gli altri lavoratori circa l’accesso all’occupazione e circa le garanzie di durata e di stabilità del rapporto di lavoro.



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